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Come fare per evitare il pignoramento busta paga

Come fare per evitare il pignoramento busta paga

Il pignoramento busta paga è una delle procedure più particolari di pignoramento dei crediti. Questa può avvenire attraverso il pignoramento di cose mobili, in diverso modo. Ma, evitare i pignoramenti dello stipendio è certamente possibile, vediamo come!

Studio assistenza legale – Come evitare il pignoramento busta paga?

Pignoramento busta paga: cos’è?

Come sopra riportato, il pignoramento non è altro che un atto giudiziario con cui un creditore, che può essere una persona, una società o un ente con si è contratto un debito, chiede al tribunale di ottenere il suddetto pagamento, magari attraverso il pignoramento busta paga. A tal proposito, il datore su ordine del tribunale dovrà versare direttamente al creditore una quota di stipendio.

Si sa, i debiti non vengono mai dimenticati dai creditori e in qualche modo vogliono riavere ciò che gli spetta e lo possono fare in modi diversi.

Come precisa l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, che riguarda proprio il pignoramento busta paga, al comma 3 dichiara: “Le somme dovute dai privati a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego comprese quelle dovute a causa di licenziamento, possono essere pignorate per crediti alimentari nella misura autorizzata dal presidente del tribunale o da un giudice da lui delegato”. Per tale, le somme dovute a titolo di stipendio possono essere pignorate per crediti alimentari, parliamo, ad esempio, dell’obbligo di mantenimento nei confronti dei figli. In questo caso, la pignorabilità stipendio può essere concessa dal Tribunale o da un giudice delegato.

Il comma 4 sempre dell’articolo 545 chiarisce anche che le suddette somme possono essere pignorate nella misura di un quinto (1/5) determinate al netto delle ritenute fiscali e contributive.

Quindi, il pignoramento può interessare la retribuzione e le somme dovute al lavoratore a seguito della cessazione del rapporto, ossia il TFR.

Pignoramento busta paga: come avviene? Si può bloccare e quali sono i limiti?

Prima della procedura esecutiva verso il lavoratore, il creditore deve prima notificare il provvedimento giudiziario che lo condanna il debito al pagamento, e l’atto di precetto, con cui si chiede al lavoratore di pagare entro dieci giorni il debito, di sua volontà.

Questi atti sono notificati nella residenza del debitore e laddove non venissero notificati, il creditore non può avviare la procedura esecutiva e il debitore può opporsi al pignoramento busta paga. Appurato ciò, laddove fosse stato tutto eseguito nei dettagli, si procede. A questo punto è possibile pignorare lo stipendio e il datore dovrà inviare al creditore una dichiarazione dove comunica l’ammontare dello stipendio e del TFR.

Arrivati a questo punto di “non ritorno” ci si chiede anche se si possa bloccare il pagamento. In questo caso la risposta è affermativa, vi è la possibilità di bloccare il pignoramento busta paga, come previsto dal Codice di Procedura Civile.

All’art. 494 c.p.c. si disciplina il versamento nelle mani dell’ufficiale giudiziario la somma per cui si procede, con l’incarico di consegnarli al creditore. Quindi l’atto fa nascere un adempimento tardivo che blocca il pignoramento.

Mentre l’art. 496 c.p.c. parla di una riduzione del pignoramento. Se il valore dei beni pignorati è superiore all’importo delle spese e dei crediti, il giudice dispone la riduzione dello stesso.

Per finire, oltre tutto, vi può essere anche un accordo con i creditori, vista come la soluzione migliore in questi casi. Qui, l’avvocato del debitore deve fare una proposta, il cui contenuto è deciso dalle parti. Solitamente questa si riassume in una dilatazione del contenuto.

Per quanto riguarda il pignoramento busta paga limiti, la legge prevede che lo stipendio non possa essere pignorato oltre il limite di 1/5 come abbiamo detto, ma tale calcolo deve essere effettuato sull’importo netto e non su quello lordo. Ancora più nel dettaglio, il limite pignoramento stipendio si calcola così per ogni stipendio:

  • 1/10 dello stipendio se l’importo non supera i 2.500€;
  • 1/7 dello stipendio se l’importo non supera i 5.000€;
  • 1/5 dello stipendio se l’importo è superiore ai 5.000€.
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