Cos’è la capacità di succedere
La capacità di succedere è l’attitudine a subentrare nella titolarità dei rapporti giuridici di cui era titolare il de cuius.
Il codice civile stabilisce che è capace di succedere la persona nata al momento in cui si apre la successione; tuttavia tale capacità è in realtà riconosciuta anche ai nascituri concepiti e, solo però nel caso di successione testamentaria, ai non concepiti figli di una persona determinata.
Sono capaci a succedere:
- In caso di successione legittima, tutte le persone nate o almeno concepite, al momento dell’apertura della successione; si considerano concepite al momento della successione le persone che nascono entro 300 giorni dalla morte della persona della cui successione si tratta.
- In caso di successione testamentaria, oltre alle persone sopra menzionate, anche i figli non ancora concepiti di un a determinata persona vivente al momento dell’apertura dela successione.
Sono incapaci di succedere:
- Coloro che non sono concepiti al momento dell’apertura della successione se si trata di successione legittima.
- Il tutore ed il protuore, che sono totalemente incapaci di ricevere se le dispoziozioni testamentarie a loro favore furono stilate al tempo in cui svolgevano attività di tutela.
- Il notaio o altro pubblico ufficiale che ha ricvuto il testamento pubblico nonché i testimoni e l’interprete interveuti, la persona che ha scritto il testamento segret , a meno che, in quest’ultimo caso, le disposizioni fatte in suo favore siano approvate di mano del testatore.
Quanto alle persone giuridiche, è importante evidenziare che gli enti hanno la capacità di succedere solo per testamento, fatto salvo il caso dello stato.
Un interessante istituto rientrante sicuramente in tale discorso è quello dell’indegnità.
L’indegnità può essere considerata come uno strumento legale volto a rimuovere un soggetto dall’eredità o dal legato, a causa del suo comportamento valutato riprovevole nei confronti del defunto. E’ evidente che tale istituto è una vera e propria causa di esclusione dalla successione e produce i suoi effetti solo dal momento della pronuncia del giudice.
L’azione diretta a far valere la non capacità di succedere si prescrive in 10 anni, termine decorrente dalla data di apertura della successione
L’indegnità può colpire non solo il successore a titolo universale ma anche il successore a titolo particolare.
Le cause di indegnità sono tassativamente indicate dal codic civile:
- Attentati alla persona fisica del de cuius: è indegno chi ha ucciso o tentato di uccidere volontariamente il testatore o il coniuge o un ascendente o un discendente del medesimo o abbia commesso in loro danno un fatto divesro ma comunque punibile con le stesse pene previste per l’omicidio.
- Attentati alla integrità morale del de cuius: è indegno chi ha denunziato calunniosamente le persone predette o testimoniato falsamente contro di loro per reati puniti con l’ergastolo o con la reclusione non inferiore nel minimo a 3 ani.
- Attentati alla libertà di testare del de cuius: è indegno chi ha indotto il de cuius, con dolo o violenza, a fare, mutare o revocare il testamento o l’abbia impedito; ha soppresso, alterato o celato il testamento; ha formato un estameno falso o ne ha fatto coscientemente uso.
E di rilevante importanza rappresentare che comunque, prima dell’emanazione della sentenza di indegnità , l’indegno che sia stato chiamato all’eredità conserva tutti i poteri previsti dalla legge;potrà quindi accettare l’eredita o, se legatario, acquistare automaticamente il legato.
Solo dopo la sentenza egli dovrà :
- Restituire l’eredità
- Restituire i frutti.
E’ evidente, dunque, che la sentenza che dichiara l’indegnità ha un valore retroattivo, cioè l’indegno è considerato come se non fosse mai stato erede.
E’, tuttavia, prevista , la possibilità di riabilitare la persona indegna.
La persona offesa, infatti, può eliminare tale indegnità, perdonando l’offensore, e permettere quindi a quest’ultimo di acquistare e conservare i diritti successori.
La riabilitazione può avvenire in 2 modi:
- Riabilitazione totale: in tal caso il de cuius dichiara espressamente ciò nel testamento o in atto pubblico.
- Riablitazione parziale: si ha quando l’indegno è contemplato in un testamento successivo al verificarsi della causa di indegnità, purchè il testatore ne sia conoscnza